COME TRASFORMARE UNA DIFFICOLTA’, IN POSSIILITA’ DI CRESCITA PERSONALE?
In questo momento di difficoltà legato all’emergenza sanitaria in corso, pubblichiamo un articolo che riteniamo possa essere utile a tutti i nostri atleti e non solo.
È una domanda che i nostri atleti, anche i più piccini, ci fanno in questi giorni. Proviamo allora ad abbozzare qualche risposta.
Trasformare la difficoltà in risorsa, è uno slogan che si utilizza spesso nel coaching sportivo, per dire che il problema, se ben posto e affrontato, può essere leva di cambiamento, di miglioramento, di rafforzamento delle risorse personali.
Partendo dal fatto che la situazione attuale è oggettivamente difficile da sostenere e può destabilizzarci sul piano emotivo, non di meno dobbiamo attivare risorse per evitare forme d’apatia e programmare il futuro, prossimo o remoto.
Come persone cresciute nello sport e impegnate in attività sportive, sappiamo bene come si esce da una sconfitta, da un periodo negativo, da un infortunio, da uno stop forzato dovuto alle cause più varie; ora, non diversamente, siamo chiamati ad utilizzare queste stesse abilità, valorizzando quel poco o quel tanto che le possibilità attuali ci mettono a disposizione: facciamo quel che possiamo, con quel che abbiamo!
È in fondo una questione di adattamenti e come in un allenamento, in una gara, le cose funzionano se si ricerca la soluzione al problema, non subendolo.
Se è vero che lo spazio fisico che abbiamo a disposizione è quello domestico, è altrettanto vero che il nostro spazio ideativo, il nostro spazio mentale, va oltre quello fisico.
Sono dunque capacità di adattamento, ideazione, programmazione, che alleniamo in questo periodo; sia perché esse sono strategie valide per contenere le eventuali difficoltà emotive, sia perché ci permettono di capire meglio chi siamo, come funzioniamo, come ci rapportiamo al disagio (frustrazione dei nostri bisogni prossimi: uscire, vedere gli amici, fare sport all’aria aperta, sciare e simili).
Organizzarci quindi, dare un senso alle nostre azioni, un ritmo alle nostre giornate (mantenendo la regolarità dei tempi sonno-veglia, dei pasti, dei tempi di studio, allenamento, svago, ecc.) e agire “come se” già domani dovessimo essere in pista per un allenamento, è un buon metodo per ricominciare al meglio non appena sarà possibile.
Spesso demandiamo le nostre giornate e i nostri umori al caso, ma la buona gestione del tempo, come pure l’uso che ne facciamo e i benefici che ne traiamo (fisici, emotivi, pratici) non è fortuita, ma va preparata, allenata. Non in modo rigido, ossessivo, ma le giornate, o le settimane, possono essere programmate, decidendo di scandire le nostre abitudine e attività in modo produttivo per noi, conveniente – non in senso meramente utilitaristico, ma appunto in rapporto a quello che noi siamo e desideriamo.
Tutto questo è parte di un buon allenamento mentale, che riguarda sì i nostri atleti, ma in fondo chiunque intenda trarre da un momento di difficoltà, un’occasione di crescita per sé e le persone prossime.
Per chi fa sport o ha comunque obiettivi di performance (ad esempio professionali), tutto questo, come evidente, assume una rilevanza diversa e in qualche modo impone la necessità di una disciplina anch’essa diversa. Non a caso la continuità, la perseveranza, la capacità di “non mollare”, è un requisito fondamentale dello sportivo agonista.
Le parole da noi evidenziate in questa nota sono parole chiave dell’allenamento mentale, che in questo periodo, insieme a quelle fisiche e ad altre abilità, possiamo conoscere meglio e allenare, avendo almeno due obiettivi:
- Quello di evocare e mantenere vive in noi emozioni, sensazioni, azioni che caratterizzano la nostra disciplina, mantenendo altresì viva la motivazione (in questo possiamo avvalerci di visualizzazioni, analisi video, video di altri atleti, utilizzando le infinite risorse che il web ci mette a disposizione).
- Allenando questa competenza, come evidente, alleneremo l’attenzione, perché andremo a focalizzare sul gesto atletico e le azioni corrispondenti, sull’impegno muscolare, sulle dinamiche di contrazione-decontrazione, sugli adattamenti posturali, piuttosto che su altri “di dettaglio”, se siamo atleti evoluti.
Questo ci permetterà di tornare alle nostre attività non solo “con la voglia giusta”, ma avendo la percezione che tutto quello che andremo a fare sul campo non è cosa remota, della stagione scorsa, ma viva e prossima. Evocando in noi per immagini l’attività specifica manterremo viva e anzi affineremo la componente tecnico-tattica, nutrendo la motivazione, e alleneremo l’attenzione, attraverso un lavoro di focalizzazione su aspetti o sensazioni specifiche.
Se ci impegneremo a lavorare in questo modo, questo periodo sarà per noi un’opportunità per acquisire nuove abilità mentali, che sono importanti per la nostra disciplina sportiva, ma sono soprattutto importante per stare bene con noi stessi e rafforzare la nostra autostima. Gestendo bene il mio tempo, ponendomi obiettivi e raggiungendoli, ho un evidente ritorno in termini di benessere, che rafforza, appunto, la stima che ho di me stesso e la capacità di rispondere in modo non causale, ma organizzato, alle difficoltà.
Enrico Clementi – Educatore, Formatore, Mental coach Orsello Magnola
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